NONOSTANTE LA CRISI ECONOMICA, IL MERCATO PETFOOD CONTINUA A CRESCERE. IL CIBO SECCO, IN PARTICOLARE, HA CONQUISTATO LE CIOTOLE DEI NOSTRI BENIAMINI. ECCONE I SEGRETI.
Lo vediamo bene, i nostri animali ne vanno matti. Ma qual è il segreto che rende le crocchette così irresistibili? E soprattutto, saranno davvero sane e adatte alle esigenze del nostro cane o gatto? Il loro potere è a volte strabiliante, capace di stanare anche il gatto più sornione mentre ronfa nel luogo più recondito della casa.
Il successo degli alimenti per animali da compagnia ha una lunga storia, frutto della sapiente ricerca svolta da nutrizionisti e veterinari che negli anni hanno contribuito allo sviluppo dell’industria del petfood.
Un settore che nonostante la crisi secondo i dati riportati da Assalco (l’Associazione nazionale tra le imprese e per l’alimentazione e la cura degli animali da compagnia) nel 2012 in Italia ha registrato una crescita del 2,1% e che vanta oggi nel nostro Paese un fatturato di ben 1.735,5 milioni di euro.
Economiche e nutrienti
Le crocchette rappresentano un alimento per animali pratico ed economico. Sono prive di acqua e con un peso ridottissimo, caratteristiche che consentono di abbattere i costi sul trasporto e la conservazione.
L’ingrediente base è la farina di cereali (mais, riso e frumento), più conveniente e utilissima per ottimizzare il processo di lavorazione. Le crocchette infatti sono realizzate attraverso la tecnica dell’estrusione, la stessa che si usa per fare i fiocchi di cereali per la prima colazione e per diversi snack.
In pratica, il cibo lavorato (una sorta di pasta che contiene gli ingredienti desiderati) vienecompresso da un pistone attraverso una piccola apertura. Una veloce essicazione permette poi di ottenere un prodotto finito che può avere una consistenza e una forma desiderata.
Sulla crocchetta così ottenuta, sono poi letteralmente spruzzati aromi, grassi animali e vitamine, in particolare la vitamine E, che ha un’azione antiossidante e aumenta i tempi di conservazione.
“Alle farine di cereali – ci spiega Pierpaolo Mussa, professore di nutrizione animale all’Università di Torino – si aggiungono in proporzioni diverse per il cane e per il gatto farine di carne (derivanti dagli avanzi dei macelli, in particolare si usano fegato e interiore di pollame e suini), grassi animali e olii vegetali (specie quello di soia ricco di vitamine E), fibre (come gli scarti della lavorazione della barbabietola) utili per facilitare la mobilità dell’intestino, vitamine e sali minerali”.
Le ricette sono messe a punto seguendo le tabelle nutrizionali più aggiornate e i prodotti migliori sono quelli che si avvalgono di una certificazione di qualità garantita.
Specifiche per cani e per gatti
Cane e gatto hanno in comune il solo fatto di aver stretto nel corso della loro evoluzione un forte legame affettivo con l’uomo. Ma per il resto, questi mammiferi hanno stili di vita, comportamenti sociali, abitudini predatorie e gusti alimentari molto diversi. Va da sé che anche i loro mangimi hanno caratteristiche specifiche.
“La percentuale degli ingredienti base varia in funzione delle esigenze nutrizionali dell’animale – ci chiarisce ancora Pierpaolo Mussa. “Per esempio, per il gatto che è più carnivoro del cane, va usata una percentuale minore di cereali, 30-40%, rispetto al 50-60% impiegata per il cane”.
Alle proteine animali (in media il 20-30%), si aggiunge un 10% di glutine di mais, proteina di origine vegetale che aumenta l’apporto proteico dell’alimento, ma che però essendo priva di alcuni aminoacidi essenziali (come la lisina, che stimola la crescita muscolare) non soddisfa tutte le esigenze nutrizionali del carnivoro. La quota di proteine – continua Mussa – cambia anche se il prodotto è destinato a un animale giovane, che è in piena crescita, rispetto a un animale anziano”.
Il segreto dell’appetibilità
Tuttavia “sano” non vuol dire anche “buono”. Ed è qui che entra in scena l’ingrediente segreto, quello che rende le crocchette gustose, tecnicamente “appetibili”, tanto da far venire l’acquolina in bocca anche al gatto sornione.
“Il successo delle crocchette sta tutto negli appetibilizzanti – ci conferma Mussa – sostanze usate anche nell’industria alimentare umana e che non hanno nessun valore nutrizionale, ma che hanno il solo scopo di rendere gustosi gli alimenti”.
Dunque, dipende dall’appetibilizzante aggiunto se l’animale mangiucchia, mangia o divora ciò che ha nella ciotola. Dipende quindi da queste molecole se il prodotto avrà o meno successo commerciale, dal momento che il proprietario di un gatto o di un cane (che per definizione è un consumatore molto esigente) è indotto all’acquisto in funzione del grado di soddisfazione del proprio animale.
E’ proprio per questo se i produttori di mangimi ogni anno investono ingenti risorse per brevettare queste sostanze. “Difficile sapere quanto vale uno di questo brevetti, ma di certo sono custoditi gelosamente ed è probabile che per quelli dei prodotti di punta delle grandi industrie mangimistiche mondiali, il valore sia dell’ordine di quello del brevetto della Coca Cola”.
Anche l’olfatto vuole la sua parte
Per rendere gli alimenti gustosi, nell’industria alimentare si usano gli aromi (sinonimo di appetibilizzanti). Ma se per l’uomo si impiegano perlopiù aromi di origine vegetale, sintetici o naturali, per esempio al sapore di rosmarino o di origano, nei mangimi per cani gatti si devono impiegare molecole capaci di sollecitare la sensibilità gustativa propria dell’animale.
Il gatto, per esempio, è poco sensibile ai sapori dolci, dal momento che gli zuccheri derivano dal metabolismo dei carboidrati, che non sono compresi nella dieta del felino. Piuttosto avverte di più i sapori amari e acidi e per insaporire i suoi mangimi si usano aromi che derivano dalla digestione delle frattaglie.
Per il cane, invece, sono usati aromi che sollecitano soprattutto l’olfatto, dal momento che questo animale ha una spiccata sensibilità olfattiva (10mila volte più fine della nostra) e prima di mangiare annusa. Ecco perché gli aromi che piacciono al cane sono spruzzati direttamente sulla superficie della crocchetta, così da sollecitare anzitutto il naso dell’amico scondinzolante.
Il mercato del petfood – Dati da Rapporto Assalco 2013
- Nel 2012 gli alimenti per cani e gatti hanno mostrato una crescita a valore del 2,1%, per un totale di 1.735,5 milioni di euro di fatturato
- Di questi, 932,2 milioni di euro derivano da alimenti per gatti e 703,4 milioni di Euro per cani, a cui vanno ad aggiungersi 99,9 milioni di snack funzionali e fuoripasto, categoria quasi interamente dedicata al cane
- In lieve calo i volumi, del -0,8%, per un totale di 549.600 tonnellate commercializzate.
di Sabina Mari
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